L’Azienda Agricola Di Brizzi, sita a Padula in provincia di Salerno, affianca uno dei complessi monumentali più grandi d’Europa, la Certosa di San Lorenzo.
Per raggiungere la meravigliosa cittadina, situata a circa 100 km da Salerno e a 50 km da Sapri, occorre uscire al casello di Padula-Buonabitacolo sull’autostrada A3 SA/RC per poi proseguire per la SS19 a 3 km dal bivio di Padula. A Padula non c’è la stazione ferroviaria, ma è possibile scendere a Battipaglia o a Sapri e da lì prendere uno degli autobus sostitutivi messi a disposizione da Trenitalia.
Un viaggio che vale sicuramente la pena, perché una volta arrivati alla meravigliosa Azienda Agricola Di Brizzi, sarà facilissimo raggiungere, splendida e maestosa, la Certosa di San Lorenzo, con tutta la sua bellezza e suoi 51mila metri quadrati di superficie che le conferiscono il titolo di Certosa più grande dell’intera Europa.
La Certosa di Padula, ex monastero, fu iniziata nel 1306 per volere di Tommaso Sanseverino, conte di Marsico e signore del Vallo di Diano, e la costruzione proseguì fino al ‘700. La visita inizia dalla corte esterna, rettangolare, originariamente costruita nel ‘500 ma abbellita successivamente con statue ed elementi barocchi. Si arriva quindi al chiostro della Foresteria, composto da un portico con una fontana al centro e da un loggiato, dove troviamo la Torre dell’orologio. Si rimane estasiati dalle pitture seicentesche che ornano la loggia, così come pure dalla Chiesa, ricca di stucchi settecenteschi e con l’altare in madreperla. Tanti affreschi anche nella cucina, mentre la Biblioteca affascina con il suo pavimento maiolicato e le decorazioni del soffitto. Il Chiostro grande è tra i maggiori d’Europa, con i suoi 15mila metri quadrati e i suoi 84 archi, al centro del quale vi è una bella fontana risalente al 1640. I due livelli del Chiostro grande sono uniti da uno scalone ellittico a doppia rampa.
La Certosa di Padula fu soppressa nei primi anni dell’800 e i monaci furono costretti ad abbandonarla, per poi ritornare alla fine del periodo napoleonico. Nel periodo delle due guerre mondiali, fu utilizzata anche come campo di prigionia. Nel 1998 è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.
All’interno, è possibile visitare anche il Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale, con reperti e documenti provenienti dal Vallo di Diano.